Sono raggiungibili con un breve tragitto in auto o, meglio, con una gita in battello.
Costruita nel 1690 dal marchese Giorgio Clerici, prese il nome di Carlotta un secolo dopo, nel 1848, quando una Principessa prussiana la ebbe in dote in occasione del suo matrimonio con il Duca di Sassonia-Meiningen.
Il suo magnifico parco di piante rare è meta di appassionati visitatori ed è famoso nel mondo per la splendida fioritura primaverile di azalee e rododendri. Alcune piante fiorite sono di taglia eccezionale e raggiungono i 22 metri d’altezza (così c’era scritto nella traduzione in inglese).
La villa ed il suo parco sono visitabili tutti i giorni da marzo ad inizio novembre, dalle ore 9:00 alle 18:00, con orario continuato (è chiusa all’ora di pranzo nei mesi di Marzo, Aprile, Ottobre e Novembre).
Ex convento cistercense del 1200, fu trasformata in una splendida residenza nobile nel XVII secolo. Il parco venne poi ampliato a fine Ottocento dai nuovi proprietari, una ricca famiglia di Amburgo e fu terminato nel 1904, in piena epoca Liberty.
Tra gli habitués di Villa Monastero c’era anche Fogazzaro, che si ispirò a questo giardino per la sua opera teatrale “Nadejde”, dove si racconta la storia della Principessa de La Roche Plessys.
Dal 1936 è sede di studi scientifici e culturali a livello internazionale. E’ aperta tutti i giorni da Aprile ad Ottobre, dalle ore 9:00 alle 18:00.
Villa Cipressi è un complesso di edifici e giardini ricchi di storia, costruiti principalmente dal 1400 al 1800.
Fra i vari proprietari vi fu la nobile famiglia Serponti qui trasmigrata dall’Isola Comacina, quando nel 1169 fu messa a ferro e fuoco dai Comaschi. Alla fine del Settecento fu del Barone Isimbardi, direttore della Zecca di Milano; funzionò anche come albergo e fra gli ospiti, nel 1938, ebbe l’Imperatore d’Austria, Ferdinando I e la sua famiglia; poi fu degli Andreossi che ne curarono particolarmente il parco, indi dell’inglese Sir Sulton; per ultimo, dell’editore Accame.
Nel 1980 fu acquistata mediante una pubblica volontaria sottoscrizione dai Varennesi ed Amici di Varenna ed è gestita da un’associazione privata di volontari che si adopera, in particolar modo, affinché si affianchi alle prestigiose manifestazioni internazionali e corsi di alta cultura che si susseguono nella adiacente Villa Monastero. Fra gli ospiti si annoverano alte personalità, quali i Nobel Rubbia, Bardeen, Alfven, Cooper, Schrieffer ed altri illustri scienziati e docenti delle più importanti Università italiane e straniere.
Il giardino su terrazze a picco sul lago merita una visita. Visite tutti i giorni da Aprile ad Ottobre, dalle ore 9:00 alle 18:00.
La villa è situata al termine del promontorio di Lavedo e (così c’è scritto nella versione in inglese) fu voluta dal cardinale Angelo Maria Durini nel 1787 per realizzare il più bel giardino della riviera tremezzina. Nell’Ottocento divenne il salotto estivo di Costanza Arconti Visconti che vi ospitò Alesssandro Manzoni, il Giusti e il Berchet. Nel 1976 la proprietà del Balbianello fu acquistata dal conte Guido Monzino, noto esploratore, che si dedicò al restauro della villa e del terreno intorno.
Caratteristica peculiare del giardino sono i rampicanti, modellati per rivestire le architetture della villa, i tronchi dei platani e i muri di cinta. Dalla terrazza, a cui si sale per un sinuoso sentiero ombreggiato, si può ammirare uno splendido panorama del lago (e non dei 3 rami come c’era scritto: come fai da lì a vedere il ramo di Lecco?). Più in alto, la loggia ospita una delle più ricche ed interessanti raccolte sulla storia delle esplorazioni polari e dell’alpinismo.
La villa è ora di proprietà del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, che la mantiene nel suo splendore e la apre al pubblico da Aprile ad Ottobre tutti i giorni tranne il lunedì ed il mercoledì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. L’interno della villa è visitabile solo su prenotazione e con l’accompagnamento di una guida.
Questa villa che si trova a Loveno, una frazione di Menaggio, è una splendida dimora ottocentesca da cui si gode una delle più belle vedute sul lago di Como. Da non perdere, in particolare, la visita al parco che circonda la villa: creato dal paesaggista Giuseppe Balzaretto intorno al 1860, si estende, a mo’ di anfiteatro, su una superficie di circa 8 ettari e rappresenta uno dei più integri esempi di giardino romantico che ancora si conservano in Lombardia. Passeggiando tra pini marittimi, aceri, cipressi, grandi cedri del Libano ed un’ampia varietà di essenze, statue e tempietti, si ha l’impressione di essere immersi in un’oasi di pace e bellezza da cui non ci si vorrebbe più staccare.
La villa fu acquistata e ristrutturata nel 1829 dall’imprenditore e mecenate tedesco Enrico Mylius, che la trasformò in luogo d’incontro tra artisti e scrittori italiani e tedeschi. Grazie alla cura dei discendenti, la dimora si è arricchita negli anni di oggetti d’arte diventando una sorta di casa-museo. Donata in eredità alla Repubblica Federale Tedesca dal suo ultimo proprietario, lo scrittore, dandy e paesaggista Ignazio Vigoni, la villa è oggi sede del Centro Italo-Tedesco ed ospita convegni, seminari e manifestazioni.
Il parco, durante tutto l’anno, è visitabile solo il giovedì pomeriggio previa prenotazione e compatibilmente col programma delle conferenze.
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